| Dieffenbachia | Conosciuta soprattutto come decorativa pianta d’appartamento, la dieffenbachia (Dieffenbachia amoena) è originaria delle regioni americane comprese tra la Costa Rica e la Colombia. Le foglie, lunghe fino a 20 cm e di forma ovale, hanno una consistenza carnosa e macchie o screziature verde scuro-crema, differenti a seconda della varietà considerata. La pianta coltivata, che può raggiungere 1,20 m, predilige ambienti caldi e umidi, molto illuminati ma non esposti direttamente al sole; può risultare pericolosa nel caso si ingerisca o si esponga la cute al contatto con il lattice contenuto nelle foglie, i cui effetti tossici provocano stomatiti e dermatiti. | | | Oleandro | Arbusto sempreverde molto diffuso nelle regioni a clima mediterraneo, l’oleandro cresce spontaneo in prossimità di corsi d’acqua, spesso frammisto a tamerici o a ulivi. Viene coltivato in diverse varietà per la bellezza della sua chioma, fiorita di bocci bianchi, rosa carico o rossi, e per la capacità coprente del suo fogliame che, anche d’inverno, è adatto a creare siepi o a nascondere muri; pertanto, è molto usato nei giardini mediterranei e anche nell’arredo urbano. Il rigoglio della pianta cela però un’estrema tossicità, dovuta ad alcaloidi che si concentrano soprattutto nella corteccia e nelle foglie. L’ingestione di queste sostanze produce un avvelenamento che può risultare letale; i sintomi comprendono vomito, vertigini, innalzamento della temperatura corporea e gastroenterite, paralisi cardiaca. | | | Edera | Rampicante sempreverde, l’edera comune (Hedera helix) cresce nelle zone più umide e ombrose dei boschi, allungandosi sul terreno e sui tronchi degli alberi. La capacità di emettere radici dal fusto le permette di aderire con grande tenacia al substrato; perciò, è molto diffusa anche a scopo ornamentale per ricoprire muri e pergole in mezz’ombra. I tralci possono raggiungere anche 30 m di lunghezza; le foglie, di colore verde scuro e di forma grossolanamente trilobata, sono ovali nei fusti sui quali si sviluppano i fiori, raggruppati in ombrelle. Le varietà in commercio si differenziano per il colore delle foglie, che può essere variegato di giallo o di bianco, la dimensione della pianta e la rapidità di crescita. I frutti, bacche nerastre, e le foglie, contengono glucosidi (ederagenine) dotati di effetti tossici, e responsabili di disturbi gastroenterici. | | | Digitale | La digitale comune (Digitalis purpurea), che deve il suo nome alla forma dei fiori, simili a un ditale, è una erbacea perenne che cresce spontanea nelle zone montane e submontane, e predilige i terreni non calcarei ed esposti a mezz’ombra. I fiori vistosi sono raccolti in un racemo e spiccano sul fusto che, alto fino a 1 m, rende la digitale adatta a essere coltivata nei giardini come pianta da bordura. Nelle foglie di questa scrofulariacea si trovano due glucosidi ad azione cardiotossica, la digitalina e la digitossina, responsabili di gravi aritmie cardiache se ingeriti in quantità eccessiva. La digitalina è stata impiegata come rimedio fitoterapico a partire dal XVIII secolo, allo scopo di innalzare la pressione sanguigna e regolarizzare il ritmo cardiaco, e per combattere gli edemi da idropisia. | | | Mughetto | Classificato come Convallaria majalis, il mughetto è una pianta erbacea perenne, diffusa nei giardini ombrosi delle regioni euroasiatiche e nordamericane. Ha foglie ampie, allungate, e grappoli di piccoli fiori bianchi a campana, molto profumati. L’intera pianta possiede glucosidi ad azione cardiotossica, di effetti simili a quelli della digitale. | | | Laburno comune o maggiociondolo | Il laburno comune viene coltivato come pianta ornamentale in virtù dei suoi caratteristici fiori gialli a grappolo, nonostante il veleno contenuto in semi e foglie. | | | Glicine | Un altro tipo di rampicante velenoso è il glicine simile al alburno ma con colore dei fiori viola. I frutti e i semi del glicine sono velenosi, soprattutto per i bambini: se ingeriti causano conati di vomito, dolori addominali e diarrea. | | | Dafne | Generalmente le foglie, la corteccia e le bacche delle dafne contengono sostanze velenose, che se vengono ingerite possono provocare gravi infiammazioni alla bocca e all’intestino e possono essere letali per i bambini piccoli. | | | Euforbia | Euforbia; tutti i tipi di euphorbia (compresa la Stella di Natale) sono velenose. Dopo l’ingestione il veleno può agire immediatamente sull’apparato digerente. | | | Datura | La datura come altre piante contenenti alcaloidi provoca spesso gravi danni al sistema nervoso, come allucinazioni. | | | Tasso | Le foglie e i semi dei tassi contengono alcaloidi velenosissimi, capaci di arrestare il cuore di un animale in pochi istanti. Il tessuto carnoso rosso che ricopre i semi è la parte meno velenosa della pianta: ha un sapore gradevole e viene comunemente mangiata dagli uccelli. | | | Ortensia o Hydrangea macrophylla | Nelle ortensie vi può essere contenuta una minima parte di cianuro. | | | Ortensia o Hydrangea macrophylla | La felce aquilina, Pteridium aquilinum, è diffusa in tutto il mondo. Le sue foglie, che possono raggiungere i 2 m di altezza, sono altamente tossiche: contengono infatti sostanze che distruggono la tiamina (vitamina B1), provocano emorragie e distruggono il midollo osseo. | | |